lunedì 20 gennaio 2014

LA MARGHERITA BIANCA


Era l’alba di un giorno di Ottobre
l’aria era fresca e gradevole
lo ricordo ancora come fosse oggi.


Dopo una lunga notte insonne
aspettai le prime luci per sgattaiolare fuori
nella speranza di poter esaudire il desiderio
da te confidenzialmente espressomi
in quella breve complice notte.


Subito fuori mi apprestai a raggiungere
il vicino mercato rionale alla ricerca
dei venditori di fiori.
Gli ambulanti stavano appena montando
le loro bancarelle.

Una lieve pioggerellina continuava a cadere

disegnando sui vestiti e sui capelli
dei puntini argentati, simili a gocce di rugiada,
quasi come fossimo a carnevale.

Col cuore in gola andai di bancarella

in bancarella alla ricerca dei venditori di fiori.
Ce n’erano tanti che esponevano,
finanche sui marciapiedi, le più svariate
e innumerevoli varietà di fiori.


Nessuno, però, esponeva il fiore
che io cercavo. Quello da te preferito.
La margherita bianca.


Aspettai pazientemente
che continuassero ad arrivare
altri venditori, con la speranza
che portassero ulteriori fiori per esporli.
A malincuore dovevo constatare, però,
che nessuno di loro aveva delle margherite.

Quando ormai anche la speranza

stava per lasciarmi vidi, ad un angolo
della strada, dentro alcune cassette di legno,
poste ai piedi del marciapiede, alcune

varietà di fiori poveri e, accanto ad essi,
una ragazza con nelle mani due mazzetti
di fiori di campo che gentilmente offriva
ai passanti.


Mi avvicinai per accertarmi
di che fiori trattarsi, restai incredulo,
erano margherite, margherite bianche.
Un sospiro di sollievo mi colse,
liberandomi tutt’a un tratto
di quel peso che mi stava opprimendo.


Comprai un intero mazzetto di margherite,
ne sfilai una sola restituendo, poi,
il resto del mazzetto alla ragazza
che mi guardò incredula.

Per me andava bene così.

Ero finalmente riuscito ad esaudire
il tuo desiderio.
Ringraziai la ragazza, recisi la margherita,
dal gambo che gettai nel vicino contenitore
di rifiuti, la baciai e la infilai dentro il portafogli,

che riposi, poi, nella tasca interna della giacca,
sotto il cuore, dove, a distanza di tanto tempo,
la conservo ancora.

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